Come è fatto il nostro rapporto con l’Arte? Riflette o meno la relazione con la nostra coscienza.
Per interpretare le visioni che un artista raffigura nelle proprie opere c’è bisogno di un sguardo curioso ed attento che attraversi le complesse trame della nostra interiorità.
Se dentro di voi alberga questa curiosità, vi consigliamo una mostra imperdibile: l’Esposizione del V centenario della morte di Hieronymus Bosch al museo del Prado di Madrid.
E’ considerato il padre dei surrealisti, persino ispiratore dell’arte di Salvador Dalì. Pittore onirico fiammingo che vide crescere la sua fama soltanto dopo la sua morte, a partire dal XVII secolo, perché apprezzato e ricercato dagli arredatori di Bruxelles che trovarono nelle sue tavole diverse ispirazioni per le trame degli arazzi.
La sua schiera di estimatori nel corso della storia va dalla Reppubblica di Venezia sino agli amanti dei poteri allucinogeni procurati dall’acido lisergico.
Fu definito il pittore della crisi, perché le sue visioni interpretano il passaggio storico – epocale con i vizi e le vacuità dell’uomo del tempo. Concezione di estrema attualità se si prendono a confronto le due rappresentazioni pittoriche simbolo: Il Giardino delle delizie ed il Giardino disabitato.
Folgorante nelle sue tavole l’impiego dei colori nelle diverse nuances del grigio, del verde, del celeste, del lilla, del giallo; oltre alle combinazioni di nero su nero a denuncia dei nostri peccati umani, in primis: la brama per il Denaro e l’impulso verso il consumo vorace del mondo.
Carl Gustav Jung sosteneva che “ chi guarda fuori sogna; chi guarda dentro si sveglia”; allora svegliatevi perché la mostra sarà visitabile fino al giorno 11 di settembre.